La borragine: coltivazione e usi terapeutici

Conosciuta anche con il nome botanico “Borago Officinalis”, la borragine è una pianta selvatica originaria dell’Oriente, presente anche nel Mediterraneo. Si presta a molteplici utilizzi culinari e fito-terapici. In quest’articolo ne verranno trattati i punti salienti:

  • caratteristiche ed usi terapeutici;
  • habitat ideale e coltivazione;
  • effetti collaterali e quadro complessivo.

Che caratteristiche ha la borragine? Quali sono i suoi usi terapeutici?

La borragine può arrivare a 1m d’altezza e fare due fioriture l’anno, una in primavera e l’altra in autunno. Fatta tale premessa, occorre rispondere ad entrambe le domande prestando attenzione alle singole parti di cui è composta la pianta.

Le foglie, diuretiche e detossinanti per l’alta presenza di potassio, sono molto grandi e ricoperte da una fitta peluria pungente al tatto. Per ridimensionare questa loro caratteristica, basta farle bollire per qualche minuto.

Sono molto ricche di mucillagini, sostanze che rimangono intatte anche alle alte temperature e, una volta entrate in circolo, formano una sorta di pellicola protettiva nelle mucose dell’apparato digerente. La loro azione emolliente ed espettorante ne fanno un ottimo sedativo della tosse.

A causa della loro spiccata azione sudorifera, nell’antichità si riteneva che avessero proprietà anti-piretiche, mentre attualmente è noto il loro effetto stimolante sul sistema immunitario.

I semi di borragine, conosciuti anche come “acheni”, sono molto ricchi di “acido gamma-linolenico” (DGLA), appartenente al gruppo degli “Omega 6”, dal potere anti-colesterolemizzante e coadiuvante del sistema cardio-circolatorio.

Da essi si ricava un olio prezioso che migliora la risposta anti-infiammatoria dell’organismo, in particolare su malattie come eczemi e dermatiti atopiche. La sua azione, infatti, è sebo-regolatrice e riequilibrante sul film idro-lipidico.

La forma a stella dei fiori, azzurri con sfumature violacee, attira l’attenzione perfino del passante più distratto. Dal sapore zuccherino, s’impiegano per preparare infusi che rinvigoriscono il sistema nervoso.

Inoltre, essendo molto ricchi di fito-estrogeni, riequilibrano i livelli ormonali della donna ed offrono sollievo in caso di sindrome premestruale, soprattutto se mangiati crudi.

Qual è l’habitat ideale per la borragine?

La borragine è refrattaria ai parassiti ed ha una grande capacità di adattamento ad una moltitudine di condizioni climatiche. Essendo una pianta infestante, non necessita di un vivaio di sementi.

Si può trovare in pianura come in montagna, ma non resiste alle basse temperature, ragione per cui non è possibile trovarla oltre i 1000m di altitudine. Cresce spontaneamente, ma si presta molto bene ad essere coltivata, in quanto attecchisce facilmente anche nei terreni incolti. Inoltre dà il meglio di sé quando si trova esposta alla luce del sole in un suolo morbido, ben drenato e dalla buona composizione calcarea.

Nel complesso, la sua richiesta d’acqua è moderata. Se nei periodi delle fioriture (primavera e autunno) è sufficiente quella proveniente dalle piogge, questa pianta potrebbe necessitare di integrazioni quotidiane nei periodi più caldi.

In estate è preferibile innaffiarla all’alba o al tramonto, per garantire una maggiore permanenza di fluido nel terreno, ridurre l’evaporazione e mantenere inalterate le proprietà chimico-fisiche del suolo.

La borragine si può invasare o trovarle uno spazio nel proprio giardino, se quest’ultimo è di dimensioni ragionevoli. Nel primo caso si porranno ghiaia, cocci o sfere di argilla espansa sul fondo del vaso per evitare i ristagni di acqua, sovrapposti da terriccio morbido.

A contatto diretto con il suolo basta coprire i semi con il compost o il concime organico, previa vangatura. Al momento della germinazione, bisogna estirpare le piantine più deboli, in modo da garantire uno spazio vitale minimo che, al termine del loro sviluppo, è di 45cm.

Quali controindicazioni presenta la borragine?

La presenza di alcaloidi della famiglia delle pirrolizidine pone un limite nel consumo di un’alta quantità di foglie, al fine di evitare gravi intossicazioni a livello epatico. In verità, bisogna ricordare che queste sostanze si trovano anche nello stelo e nelle radici, pur non essendo considerati come parti edibili.

I soggetti sottoposti a trattamento con anti-coagulanti, invece, devono consultare il proprio medico di fiducia nel caso in cui volessero provare l’olio di borragine, poiché l’alta concentrazione di acidi grassi Omega 6 potrebbe interferire con l’efficacia dei farmaci.

Tuttavia, in assenza delle condizioni appena indicate, non esistono ulteriori limiti nell’utilizzo di questa pianta. Riassumendo quanto esposto, infatti, si tratta di un ingrediente molto interessante in cucina e, in forma cruda, di decotto e di infuso, possiede delle proprietà terapeutiche ad ampio spettro che ne fanno un vero tesoro della botanica.

Ogni suo elemento (foglie, fiori e semi, in particolare) è una panacea contro molti mali, dai sintomi della tosse all’indebolimento del sistema immunitario, per arrivare all’efficacia terapeutica sulla pelle e sul sistema nervoso, sull’apparato cardio-vascolare e su quello ormonale femminile.

Non richiede una particolare manutenzione e non presenta difficoltà di attecchimento, poiché ha una straordinaria attitudine ad adattarsi a molte condizioni, fatta eccezione per il gelo. Bastano un po’ di sole, del buon terriccio e acqua quanto basta per avere, nel giro di poco tempo, delle piante sane e rigogliose!

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